Di fretta

corro da diciannove anni
pur non sapendo farlo
né polmoni né piedi
sono adatti al movimento
frenetico che mi impongo
quasi ogni giorno della mia
vita che rincorro ansimante
lei che scappa distante

e pur così vicina ogni tanto
quando metto le scarpe giuste
di coraggio e determinazione
il calore scioglie il ghiaccio
fredda apatia di Gennaio
e metto in testa il casco
pilota spericolato del mio destino

e sono felice

Fianchi

chiudi la finestra
abbassa le serrande
spegni la luce
soffia sulla candela
per favore
ti prego

non posso sopportare
ancora
i tuoi fianchi nudi
sinceri
bellissimi

Bologna

Strade di gente che lascia scie
di fumo, di risate e di piacere, Alice
che si dice? vengo da Milano
Firenze, Lecce, Treviso
sto in una stanza da solo
con due tre persone
cinque minuti dal centro in bus

 il sole non esce, si vergogna
davanti a tanta bellezza
preferisce arrendersi e stendere
una bandiera bianca 
lunga decine e centinaia di chilometri 

e io, piccolo puntino biondo
tra migliaia di chiome lunghe,
dread, dei colori dell’arcobaleno

 mi affaccio alla mia finestra, in una via importante
tra decine di altre vie e viali e palazzi
guardo il sole commuoversi, far scendere giu
dalla bandiera lacrime di gioia

 a metà tra lo spaesamento
e l’avere in mondo in mano
tengo compagnia al sole
e solo in una stanza
ho tanti sorrisi amici a farmi compagnia