Inferno

“Quanto manca?”
“Ancora due chilometri, Neil”
“Non ce la faccio più, sto per stramazzarmi a terra”
“Come ti pare, ci vediamo laggiù quando hai finito di fare lo stupido”

E invece Neil mi segue. Camminiamo da una vita per questa strada di montagna, cercando di raggiungere la baita. La tempesta di neve non ci aiuta, non riesco ad aprire decentemente gli occhi e credo di essermi perso. Ma questo a Neil non l’ho detto. Devo mostrarmi sicuro di me e di quello che sto facendo, altrimenti inizierà a disperarsi e ci vorrà dell’altro tempo prima di riuscire a calmarlo. Il tempo è proprio l’ultima cosa che posso perdere adesso, non voglio morire assiderato.

Andiamo avanti così per un’altra ora buona, finché non realizzo di essermi perso per davvero. Non riesco a vedere nulla che sia più lontano di tre metri, a stento riesco a capire dove sia Neil.

“Deve essere così l’inferno, se esiste” sento dire dalla voce lontana del mio piccolo amico.
“In che senso?” chiedo, visibilmente seccato. Dovrebbe essere riuscito anche lui a capire a questo punto che la situazione non è delle migliori, no?
“Io non credo che l’inferno sia tutto caldo e lava. Penso sia più sensato che tutti camminino da soli in una tormenta di neve, senza riuscire a vedere nessun altro se non loro stessi”
“E perché, scusa?”
“Beh, se soffriamo per il fuoco e tutto il resto, stiamo comunque tutti insieme. Riusciamo a vederci e pur soffrendo sappiamo benissimo che gli altri stanno nella nostra stessa situazione, in un certo senso ci sentiamo parte di qualcosa, anche se è il peggiore club del mondo. Se non riusciamo a vedere nessun altro, perdiamo ogni punto di riferimento. Le voci delle altre persone ci mettono più angoscia, mentre noi non sappiamo che fare e rimaniamo paralizzati a piangere senza neanche accorgercene”.

Non riesco a dire niente. Il pensiero di Neil mi ha distrutto, muovermi ancora è diventato tre volte più difficile, non riesco più a sentire i suoi passi sulla neve. Solo un urlo lontano, appena percettibile. Inciampo su un ramo e mi trovo steso a terra. Riesco a mettermi seduto, senza forze né voglia di andare avanti. Mi raggomitolo su me stesso e inizio a pregare un dio, uno qualsiasi purché mi salvi da questo inferno.

Sento le lacrime scendere e cristallizzarsi, poco prima di perdere i sensi.


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